La cisti artrogena, detta anche ganglio artrogeno, è una neoformazione benigna, ripiena di liquido sinoviale, che può originare da qualsiasi articolazione, ma che più frequentemente colpisce il polso.
Il 60-70% delle cisti si localizza sul versante dorsale del polso, il 18-20% sul versante palmare e soltanto il 10% circa in altre articolazioni.
Le cisti artrogene colpiscono più frequentemente le donne rispetto agli uomini, nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni.
Sono generalmente di forma ovale o rotondeggiate, di dimensioni variabili; possono comparire improvvisamente, ad esempio in seguito ad uno sforzo o ad una caduta, o svilupparsi più lentamente durante un periodo di tempo di settimane o mesi.
La capsula articolare è la struttura fibrosa che avvolge le articolazioni del nostro corpo, permettendone, allo stesso tempo, movimento e stabilità; al suo interno è presente il liquido articolare (detto sinoviale) che ha funzione di lubrificazione e nutrimento dell'articolazione.
In particolari condizioni (traumi, iperlassità congenita, patologie infiammatorie e artrosiche “oppure vedi cause”) la capsula articolare può indebolirsi in alcuni punti ed estroflettersi, dando origine ad una protuberanza rotondeggiante, visibile a livello cutaneo, che prende il nome di cisti.
La cisti rimane in comunicazione con l'articolazione attraverso un peduncolo che, tramite un meccanismo a valvola unidirezionale, consente il continuo rifornimento della cisti con il liquido sinoviale, impedendone il percorso inverso: in tal modo la cisti incrementa il suo volume.
Non sono chiare le cause dirette che portano alla formazione delle cisti artrogene; vi sono comunque alcuni fattori di predisposizione al problema, come ad esempio:
Non sempre le cisti di polso provocano disturbi, soprattutto se sono di dimensioni ridotte o non visibili clinicamente (cisti occulte).
Nei casi in cui la cisti sia sintomatica si può verificare:
Ambulatori specialistici a Bologna, Prato ed Arezzo.
Il sospetto diagnostico di una cisti artrogena di polso si pone durante la visita specialistica attraverso l' anamnesi accurata e la valutazione clinica.
Lo specialista richiede, a completamento diagnostico, un esame ecografico (ecografia dei tessuti molli del polso centrata sulla neoformazione) per valutare le caratteristiche anatomiche della cisti e un esame radiografico (radiografia del polso in AP, LL, deviazione ulnare e radiale) per valutare le articolazioni e segni indiretti di eventuali lesioni legamentose.
Le indagini diagnostiche permettono inoltre di porre diagnosi differenziale con altre patologie (tenosinoviti, cisti tendinee, lipomi, tumori...).
Le cisti di polso possono avere un andamento fluttuante: la loro grandezza, infatti, può variare, aumentando durante i movimenti e gli sforzi e diminuendo con il riposo; a volte possono rompersi spontaneamente e scomparire, ma in questi casi il rischio di recidiva è alto (oltre il 50%).
Nei casi in cui la cisti sia asintomatica, si consiglia di tenere sotto controllo la situazione clinica, monitorando eventuali ingrossamenti della stessa o la comparsa di sintomi.
Se la cisti causa dolore o limitazione ai movimenti o disturbi estetici si può intervenire in modo conservativo o chirurgico.
L'approccio conservativo, che ha lo scopo di ridurre la sintomatologia associata, consiste in:
Attenzione! La procedura di aspirazione con siringa ha un rischio di recidiva molto alto (50-70%), in quanto non si eliminano né le pareti né il peduncolo che rifornisce di liquido articolare la cisti.
Al fallimento della terapia conservativa o in condizioni particolarmente sintomatiche è indicato il trattamento chirurgico.
L'intervento chirurgico rappresenta la terapia più radicale e consiste nell’asportazione completa della cisti e del suo peduncolo: la radicalità chirurgica consente un abbassamento significativo del tasso di recidiva.
La procedura viene eseguita in regime di day-surgery (senza pernottamento notturno), in anestesia loco-regionale (all’arto superiore).
Al termine dell'intervento il polso viene immobilizzato per circa 2 settimane con una stecca gessata di riposo, lasciando libere le dita.
Il paziente riacquista subito la mobilità delle dita e può riprendere le attività più leggere.
Dopo un paio di settimane dall'intervento si effettua un controllo ambulatoriale per rimuovere i punti di sutura e la stecca, osservando la ripresa del recupero funzionale.
È opportuno riprendere le attività più pesanti gradualmente dopo almeno altre due settimane, rispettando i tempi biologici di guarigione della capsula articolare.
Per preparare il polso operato al rientro alle attività quotidiane e lavorative, sono consigliate alcune sedute di fisioterapia specifica post-operatoria, volte a ridurre l'edema, impedire la formazione di aderenze cicatriziali, prevenire rigidità articolari, ripristinare il movimento e recuperare la forza muscolare.
La Dott.ssa Faccio, specialista nel trattamento delle patologie dell'arto superiore, visita a Bologna, Prato e Arezzo.
Io fatto svuotamento della cisti tramite siringa... L'avessi fatto prima...
lo svuotamento é senz'altro una procedura rapida. Non di rado accade però che se non si interviene sulla sacca, la cisti, con il tempo, possa riformarsi
Cisti sinoviale aspirata con siringa... Mi è ritornata dopo poco.. Se sto a riposo mi va via.
intervenendo con l'aspirazione, la sacca sinoviale rimane intatta e continuerà a riempirsi di liquido ogni volta che il polso andrá sotto sforzo
io l'ho operata qualche anno fa' togliendo completamente tutto(avevano detto)pero' mi e' gia' tornata nello stesso punto due volte e rimane per qualche mese e poi piano piano sparisce.
le cisti possono avere un andamento fluttuante: la loro grandezza può variare, aumentando durante i movimenti e gli sforzi e diminuendo con il riposo; l'asportazione chirurgica é il trattamento più radicale che riduce drasticamente, ma non azzera, il tasso di recidiva