Hai difficoltà a piegare o a estendere le dita della mano?

Scopri le cause della rigidità alle dita e come affrontarla.

La rigidità delle dita è un problema che, con il tempo, rende sempre più difficili i gesti quotidiani. Azioni semplici come afferrare un oggetto, scrivere o lavarsi il viso possono diventare complicate e frustranti.

In questo articolo scoprirai le possibili cause della rigidità alle dita e quali trattamenti possono aiutarti a recuperare mobilità e alleviare i disagi.

La rigidità delle dita si manifesta come l’incapacità di muovere una o più articolazioni, sia attivamente che passivamente.

Può interessare:

  • Flessione: il dito rimane dritto e non si piega, compromettendo la capacità di presa.
  • Estensione: il dito è piegato e non può essere raddrizzato, compromettendo la fase di rilascio della presa.
  • Entrambi i movimenti di flessione ed estensione

Sebbene le limitazioni lievi siano spesso tollerabili, una rigidità marcata può compromettere gravemente l’uso della mano e, di conseguenza, la qualità della vita, in particolare quando il dito resta bloccato in una posizione anomala che ne limita la funzionalità.

Quali sono le cause di rigidità alle dita?

La rigidità delle dita può avere cause diverse e colpire una o più articolazioni, limitando flessione ed estensione.

Può comparire gradualmente, come nelle patologie croniche, oppure in modo improvviso dopo traumi o interventi.

Le cause possono riguardare tessuti molli (tendini, legamenti, capsula) o alterazioni ossee (come deformità o artrosi), spesso in combinazione.

Le rigidità si distinguono in due categorie:

  • Riducibili: il dito può essere mosso passivamente, ad esempio con l’aiuto dell’altra mano o di un tutore. In questi casi si interviene con trattamenti conservativi come fisioterapia o ortesi, spesso risolutivi.
  • Non riducibili: il dito resta rigido anche con aiuto esterno. In questi casi si tratta di una rigidità strutturale, spesso irreversibile, che richiede un intervento chirurgico per ripristinare la mobilità.

Vediamo ora le principali condizioni che possono causare rigidità alle dita.

Artrosi

L’artrosi è una delle cause più comuni di rigidità delle dita, provocata dal consumo progressivo della cartilagine che riveste le articolazioni.

L’artrosi, con il passare del tempo, tende a peggiorare, causando una rigidità sempre più accentuata.

Le articolazioni delle dita più colpite da artrosi sono:

  • Base del pollice (articolazione trapezio-metacarpale): comunemente nota come Rizoartrosi, provoca dolore intenso, gonfiore e perdita di forza, rendendo difficili gesti quotidiani come svitare un barattolo, aprire una bottiglia o afferrare oggetti.
  • Articolazioni centrali delle dita (interfalangee prossimali): la rigidità in queste articolazioni ostacola movimenti di precisione, come scrivere, cucire o manipolare piccoli oggetti.
  • Ultime articolazioni delle dita (interfalangee distali): spesso associate alla formazione di noduli duri (noduli di Heberden), che causano deformità visibili, spesso accompagnate da dolore, soprattutto nelle prime fasi; nella maggior parte dei casi, hanno un impatto funzionale meno significativo rispetto ad altre articolazioni.

Nelle fasi iniziali, farmaci antinfiammatori, fisioterapia mirata e l’uso di tutori possono aiutare ad alleviare i sintomi e rallentare la progressione della malattia.

Nei casi avanzati, quando la funzionalità delle dita è compromessa, l’intervento chirurgico rappresenta l’unica soluzione realmente efficace per migliorare il movimento e alleviare il dolore.

Dito a Scatto (tenosinovite stenosante)

Il dito a scatto è una condizione in cui un dito si muove a scatto o si blocca in posizione piegata, a causa dell’infiammazione cronica di un tendine della mano (tendine flessore).

Nelle fasi iniziali, il sintomo principale è uno scatto durante il movimento, spesso avvertito al mattino o dopo un periodo di inattività.

Con il progredire della patologia, la rigidità diventa più marcata e il dito può rimanere bloccato più spesso in flessione, richiedendo un intervento manuale per raddrizzarlo.

Mentre nelle fasi iniziali i rimedi conservativi possono ridurre la sintomatologia, in caso di rigidità avanzata è necessario intervenire chirurgicamente per ripristinare la funzionalità del dito.

Oggi, l’operazione può essere eseguita anche con tecniche minimamente invasive come l’ecochirurgia che riducono i tempi di recupero e il disagio per il paziente.

Morbo di Dupuytren

Il morbo di Dupuytren è una condizione su base genetica che può causare la flessione irriducibile di una o più dita.

Inizialmente, i sintomi si manifestano con la comparsa di piccoli noduli palpabili nel palmo, che nel tempo possono trasformarsi in cordoni rigidi, causando una contrattura in flessione delle dita.

La patologia interessa più frequentemente il quarto e il quinto dito, ma può coinvolgere anche le altre.

La presenza dei noduli non rappresenta di per sé un’indicazione per il trattamento, ma quando la flessione compromette la funzionalità della mano, l’intervento chirurgico diventa l’unica opzione per ripristinare la mobilità.

L’operazione può essere effettuata con l’asportazione del cordone patologico o con tecniche mini-invasive, come l’iniezione di collagenasi o il trattamento percutaneo con ago, a seconda dello stadio di gravità e delle esigenze del paziente.

Patologie reumatiche

Le patologie reumatiche, come l’artrite reumatoide, rappresentano una causa frequente di rigidità articolare alle dita.

La rigidità tende a manifestarsi soprattutto al mattino ed è spesso accompagnata da deformità articolari, come deviazioni delle dita o instabilità, che possono rendere difficili attività quotidiane come afferrare oggetti, scrivere o svolgere lavori di precisione.

Queste condizioni non si limitano a colpire le articolazioni, ma interessano anche tendini e tessuti molli, aggravando lo stadio delle deformità.

Grazie ai moderni farmaci biologici, è possibile controllare meglio queste patologie, ma nei casi più gravi possono persistere esiti di rigidità che compromettono la funzionalità della mano.

Dita della mano deformate

Alcune deformità possono accompagnare la rigidità delle dita.

Il dito a martello, ad esempio, si verifica quando l’ultima falange rimane piegata a causa di una lesione al tendine estensore.

Se non trattato, può evolvere nella più complessa deformità a collo di cigno, caratterizzata da iperestensione dell’articolazione centrale e flessione della punta del dito, rendendo difficili i movimenti di precisione.

La deformità en boutonnière presenta invece un quadro opposto: l’articolazione centrale è piegata, mentre la punta del dito rimane rigida in estensione.

Questa deformità è spesso associata a lesioni tendinee o patologie infiammatorie, come l’artrite reumatoide.

Un trattamento tempestivo, che può includere tutori, fisioterapia o interventi chirurgici, è essenziale per correggere l’allineamento delle dita e preservarne la funzionalità.

Traumi e interventi chirurgici

Lesioni come fratture, distorsioni o lussazioni possono causare rigidità articolare delle dita, soprattutto se interessano le superfici articolari o i tessuti molli. 

Anche interventi chirurgici complessi possono lasciare esiti di rigidità se non adeguatamente seguiti.

Rigidità post-traumatica

La rigidità può derivare da:

  • Fratture intra-articolari: danneggiano la cartilagine e limitano il movimento.
  • Lesioni legamentose: la loro compromissione porta a rigidità o instabilità.

Un’immobilizzazione prolungata può peggiorare il problema, rendendo cruciale una mobilizzazione precoce supervisionata da uno specialista.

Rigidità post-chirurgica

Interventi come la ricostruzione tendinea (tenorrafia), soprattutto se tardivi, possono generare aderenze e limitare il movimento, con un rischio maggiore quando si utilizzano innesti tendinei.

Sindrome di Volkman

Tra le complicanze più gravi dei traumi c’è la sindrome di Volkman, causata da ischemia muscolare prolungata.

Può portare a contratture severe e deformità permanenti se non trattata tempestivamente.

Rigidità alle Dita: quando preoccuparsi?

La rigidità delle dita non è sempre un problema grave, ma ci sono segnali che richiedono una valutazione specialistica, per esempio:

  • Rigidità persistente: se il movimento resta limitato per giorni o settimane senza miglioramenti.
  • Dolore significativo: un dolore che non si allevia con il riposo o che peggiora con le attività.
  • Gonfiore e arrossamento: indicativi di infiammazione o condizioni come infezioni o artrite.
  • Blocco del movimento: quando un dito rimane bloccato in una posizione piegata o dritta e non riesci a muoverlo, neanche con l’aiuto dell’altra mano.
  • Perdita della forza: difficoltà a svolgere gesti quotidiani, come afferrare oggetti o scrivere.

Questi sintomi possono compromettere la funzionalità della mano e la qualità della vita, influenzando anche le attività lavorative e quotidiane.

Rivolgersi tempestivamente al chirurgo della mano è fondamentale per individuare la causa e intervenire in modo mirato.

Trattamento personalizzato e multidisciplinare

Affrontare la rigidità delle dita richiede un trattamento personalizzato, adattato alle cause specifiche e al grado di rigidità.

Nei casi complessi, un approccio multidisciplinare – con il supporto di specialisti come neurologi, reumatologi e terapisti della mano – permette soluzioni più efficaci.

Ricorda: prima viene diagnosticata e trattata la causa della rigidità, maggiori sono le possibilità di recuperare la funzionalità della mano in modo rapido ed efficace.

Dottoressa Marina Faccio

Dott.ssa Marina Faccio

Chirurgo della Mano e dell'Arto Superiore

Ambulatori specialistici a Bologna, Prato e Arezzo.

Opera in forma privata e in convenzione con le assicurazioni sanitarie.

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